La Storia

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Sicuramente non sorprende sapere che il territorio di Priolo è stato abitato fin da tempi remoti, addirittura fin dal secondo millennio A.C., quando tante tribù erano insediate nella zona, e avevano come capo supremo il noto Ibleone, che aveva scelto come sua residenza Tapso.
Ma il susseguirsi di popolazioni fu pressoché continuo, attirati dalla stupenda posizione del territorio, che, anche dal punto di vista bellico offriva protezione e dominio sia sul golfo di Augusta, che su quello di Santa Panagia.
Ai greci di Megara, seguirono i romani, guidati dal generale Marcello, che costruirono qui delle ville patrizie, mentre le tribù locali abitavano nei villaggi di Trogilo e Leon.
Ai Bizantini, che vennero dopo, seguirono gli Arabi, e nel XI secolo la dominazione fù da parte dei Normanni, che si presero cura di dividere il territorio in tanti feudi, suddivisione che ancora oggi, a grandi linee, si è mantenuta.
Ma fu sotto la dominazione degli Aragonesi che Priolo entrò a far parte della contea di Augusta, uno dei 36 feudi, delimitato dai torrenti Canniolo e Priolo a Nord e Sud, dai monti Climiti ad Ovest, e dal mar Ionio ad Est.
Nel XIV secolo, Priolo era divisa in 4 feudi, ovvero Spalla, Biggemi, Priolo e Mostringiano, proprietà che passarono nel 1580 ai Platamoni, ed in seguito ai Gargallo, che si stabilirono a Lentini.
Fu Tommaso Gargallo, nell’anno 1807 a chiedere al re di Sicilia Ferdinando III di Borbone l’autorizzazione a far popolare il feudo di Priolo,. motivando tale richiesta col fatto che la vera ricchezza di una città sta nella coltivazione della terra.
Diede quindi ordine di costruire una chiesetta e quaranta case con annessa piazzetta di forma ottagonale, la odierna piazza ” 4 canti”, ed ottenendo, addirittura , l’autonomia comunale nel 1813, per ben poco, infatti, nel 1819 fu annessa al comune di Siracusa.
Nel 1849 fu autorizzato a tenere una fiera annuale, nella data del 2 Ottobre.
Inoltre, nel 1814, il vescovo di Siracusa aveva elevato la chiesetta antistante la piazza di Priolo a parrocchia, con la denominazione di “chiesa dell’Angelo Custode”
Il marchese fu una persona che si prodigò molto per questa comunità, testimonianza ne sono le sue numerose iniziative in favore dell’abitato, dalla costruzione di un pozzo, ai vari riconoscimenti, all’acquisto di un orologio da ubicare nella torre campanaria e così via, rendendo così Priolo un luogo importante per la sua posizione strategica e per la fertilità dei suoi terreni, oltre che per la ricca presenza di acqua nel sottosuolo.
Infatti, monsignore Domenico Gargallo, acquistò il Fondo Fico, con l’obiettivo di trasformarlo in una piantagione del cotone, cosa che richiamò numerose persone da fuori per evidenti motivi di lavoro, seppur stagionale.
Ma non fu solo l’agricoltura a eccellere a Priolo, infatti, per la loro natura paludosa, alcuni territori furono adibiti a saline , presso la penisola Magnisi.
Per ultimo, come ulteriore richiamo di lavoratori da altre parti, nel 1954 iniziarono i lavori di costruzione dei primi impianti industriali, che hanno caratterizzato il territorio negli ultimi decenni, e che hanno portato un radicale cambiamento negli abitanti di Priolo da contadini in operai, oltre che uno stravolgimento dell’abitato e della forma del paese.
Priolo vide ottenere la sua autonomia comunale il 12 Luglio del 1979, dopo alterne vicende, con annesse mobilitazioni della collettività, compresa una quasi totalitaria astensione dal voto nel 1956 fatto che la rendeva autonoma dal comune di Siracusa.